Lo scorso 30 marzo ho parlato di Adattabilità e di Jemma Adaptability Index in occasione del #LearningSquare di HRC Community – MyHRGoal. Learning Square è lo spazio di apprendimento giornaliero offerto da HRC a tutta la sua Community per 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑒 𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑎𝑙 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖. Quali temi ho toccato, e perché è così importante parlare di Adattabilità, ai giorni nostri?
Nella slide di introduzione (che io chiamo Slide Banale…ma non troppo) ho parlato del mondo del lavoro, che ha subito cambiamenti molto forti negli ultimi due anni. Parole come “Covid”, “Smart Working” e “Dimissioni” hanno assunto nuova importanza. Il loro significato non è cambiato, ma il contesto in cui sono espresse è mutato, affiancando a questi temi il carattere di urgenza, incertezza e, in molti casi, mancanza di preparazione. Questa mancanza si è espressa a tutti i livelli, sia organizzativo, sia di gruppo, sia individuale.
Da qui l’importanza di sapersi adattare. Anche perché l’adattabilità è un’importante predittore di performance, soddisfazione lavorativa e di coinvolgimento nel proprio lavoro!
Ma cos’è l’adattabilità, esattamente? Ho usato questa definizione: capacità reattiva o proattiva di cambiamento che include sia la competenza sia la motivazione necessaria a realizzarlo. Ho anche spiegato nel dettaglio cosa ognuna di queste parole significhi, e le implicazioni sia per gli individui, sia per le aziende.
A mio avviso, però, l’aspetto più interessante dell’adattabilità non è la sua definizione, ma quali sono i comportamenti specifici dei dipendenti, che le aziende reali percepiscono come adattabili. Il nostro lavoro su Jemma Adaptability Index è nato dopotutto da un bisogno reale ed espresso dalle aziende: la necessità di comprendere quali strumenti usare per assicurarsi di assumere persone adattabili e flessibili, e che si sarebbero, in sostanza, trovati bene a lavorare in quella specifica organizzazione. Una delle risposte, secondo noi, è Jemma.
Ma cosa rende un lavoratore adattabile agli occhi delle aziende?
Durante la mia presentazione ho presentato alcuni risultati delle interviste che abbiamo condotto a decine e decine di aziende, dalle multinazionali alle PMI.
Sorpresa sorpresa, ogni persona intervistata ci ha parlato di adattabilità in modo sostanzialmente differente e specifico, e ha raccontato di diversi esempi di persone che si sono dimostrate più o meno adattabili.
È comunque possibile identificare alcune caratteristiche comuni: la persona adattabile è tipicamente un giovane laureato, che mostra disponibilità e proattività. Questa persona dimostra inoltre freddezza, lucidità e focus sugli obiettivi organizzativi.
Le aziende hanno anche aggiunto che il cambiamento più difficile per le persone è stato relativo al ruolo lavorativo. Le persone poco adattabili, davanti a questo tipo di cambiamento, hanno mostrato comportamenti di rigidità e chiusura, e si sono rivelate poco propense ad apprendere.
Detto questo, è bene specificare che l’adattabilità non è una capacità che si genera e manifesta nel vuoto; può essere infatti facilitata e coltivata dalle aziende, proprio come altre competenze. In questo senso, ho spiegato come alcuni fattori, ad esempio la percezione, da parte dei lavoratori, di essere supportati o di avere sufficiente autonomia nel proprio lavoro, possono aiutare le persone a manifestare comportamenti di adattamento.