Fino a qualche tempo fa il selezionatore, ricevuto il fabbisogno dall’azienda, procedeva all’implementazione del classico iter di selezione, dall’individuazione del job profile alla stesura della job description, con conseguente pubblicazione degli annunci sui diversi portali dedicati. Successivamente, ricevute le candidature, fatto un primo screening, gestito il contatto telefonico e prima intervista con i candidati preparava la short list da presentare ai responsabili di funzione, con la speranza di fare centro al primo colpo (anche perché spesso le selezioni da seguire erano molteplici).
Il Futuro
Nel prossimo futuro il recruiter focalizzerà sempre più la propria attenzione sul candidato, con l’obiettivo di valorizzarlo e mantenere con lo stesso un rapporto nel lungo periodo al di là della singola ricerca per la quale è stato considerato. In questo modo il ruolo del recruiter si trasforma da “passivo” ad “attivo” ovvero in costante ricerca di opportunità.
Ma non solo…
Di fatto nel prossimo futuro i recruiter faranno meno selezione, ma creeranno più opportunità e prenderanno a prestito più risorse di prima.
Ciò perché la mobilità interna all’azienda non sarà più un plus, ma una necessità. La figura del recruiter collaborerà sempre di più con team dedicati alla crescita e allo sviluppo (CS) e HR.
Pertanto si concentreranno sul guidare o creare un rigoroso programma di mobilità interna, invece di affidarlo ai responsabili delle selezioni.
Dovrà essere migliorata da parte delle aziende la capacità di catalogare le competenze dei propri dipendenti le quali verranno poi collegate in modo chiaro con le opportunità di lavoro appropriate. Grazie ad una formazione continua i dipendenti potranno colmare qualsiasi lacuna impedisca loro di essere qualificati per le nuove esigenze.
Multicompetenze
Come già oggi appare sempre più chiaro l’attuale situazione di incertezza, senza precedenti, costringerà le aziende a prediligere il lavoro multifunzionale basato su progetti piuttosto che le posizioni racchiuse in compartimenti stagni.
Pertanto, man mano che le esigenze aziendali cambieranno, i dipendenti lavoreranno a nuovi progetti. Ciò comporterà un mutamento significativo anche nel modo in cui i recruiter valutano e selezionano i talenti. Daranno priorità al potenziale e alle competenze trasferibili dei candidati, come l’adattabilità e la capacità di problem solving, rispetto all’esperienza e all’abilità tecnica di svolgere attività specifiche.
Gli Strumenti
Serviranno quindi strumenti sempre più sofosticati in grado di affiancare alla valutazione delle competenze più tecniche anche le cosiddette soft skills.
Come detto la capacità di lavorare in team, la gestione del lavoro sotto stress o per obiettivi, l’autonomia decisionale e la capacità di adattamento saranno analizzate con crescente attenzione da chi si occupa di selezione del personale.
Inoltre saranno sempre di più gli strumenti a supporto di tale attività. Strumenti semplici da usare, ma accurati negli esiti.
I recruiter in pratica potranno avvalersi di estensioni della propria capacità di giudizio per rendere il risultato del loro lavoro più qualitativo in meno tempo.
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Founder & Ceo, Ricercamy s.r.l.
Mi occupo da vent’anni di Ricerca e Selezione del Personale.
Una forte curiosità unita al desiderio di trovare nuove formule per soddisfare le esigenze di recruiting dei clienti sono la mia missione.
Credo fortemente che l’unione di competenze e tecnologia rendano l’Head Hunting Smart.